Il Patto di Stabilità e Crescita è la
risposta dell’Unione Europea (UE) al problema della disciplina
dei bilanci nell’Unione Economica e Monetaria Europea (EMU). Adottato
nel 1997, il Patto ha rafforzato le clausole del Trattato sulla disciplina
nell’EMU (Economic and Monetary Union) prevvisti dagli articoli
99 e 104, e i provvedimenti al riguardo sono diventati in essere quando
l’Euro è stato lanciato il 1 Gennaio 1999.
L’obiettivo principale del Patto (d’ora in poi SGP, Stability
and Growth Pact) è il rafforzamento della disciplina fiscale
come caratteristica permanente dell’EMU. Il controllo delle finanze
pubbliche dei singoli paesi viene infatti visto come condizione necessaria
(ma non sufficiente) per la stabilità dei prezzi e per una crescita
forte e sostenuta che dovrebbe tradursi nella creazione di nuova occupazione.
Comunque, è stato ravvisato che la perdita del tasso di cambio
come strumento di politica economica nell’EMU conferirà
un ruolo di primo piano agli stabilizzatori automatici fiscali che,
a livello nazionale, aiuteranno le varie economie a fronteggiare gli
shock asimmetrici temporanei (non quelli permanenti che richiedono un’analisi
a parte), e renderanno necessario l’assicurarsi che le politiche
fiscali dei singoli siano stabili e convergenti con la politica monetaria
adottata dalla BCE (Banca Centrale Europea). Questa è la ragione
logica che sta dietro all’ impegno principale del Patto, ossia
fissare come obiettivo di medio termine il pareggio o il surplus di
bilancio che permetterà a tutti gli stati membri di convivere
più serenamente con le normali fluttuazioni cicliche e di mantenere
un deficit di bilancio al di sotto del livello del 3% fissato dal GDP.